Monday 23 August 2010

Cari amici, ecco il resoconto dei miei ultimi tre giorni passati in Città Alta: venerdì mattina 20 agosto ho accompagnato un simpatico gruppo di polacchi alla scoperta di Bergamo; si respirava già festa di S. Alessandro, il nostro patrono, che verrà festeggiato il prossimo giovedì 26 agosto. Come sempre accade sono rimasti entusiasti della città, complici forse anche il clima abbastanza fresco e la calma del venerdì mattina. Tra una chiesa e un monumento ho avuto modo anche di spiegare e mostrare alcuni oggetti tipici utilizzati dalle nostre massaie: macchina per la polenta, grattugia in legno, mortaio per il pesto...

Il sabato mattina ho avuto un minigruppo tra cui una simpatica signora scozzese che vive da tempo in Polonia e che è molto affezionata a Bergamo, tanto da esserci tornata già per la terza volta... Ieri invece ho assistito con piacere alla visita guidata "La Cappella Colleoni... dopo Bartolomeo Colleoni"nell'ambito di Bergamo Estate: la mia collega Rosalba, anche lei come me guida turistica di Bergamo Su & Giù, ci ha dilettato per oltre un'ora raccontandoci alcuni fatti curiosi avvenuti dopo la morte del nostro condottiero Bartolomeo Colleoni, approfittando della bellissima Cappella per illustrarne le parti meno conosciute.

Elisabetta


Sunday 22 August 2010

Vita in Città Alta 2

Noi abitanti di Città Alta la si chiamava in realtà Piazza della Funicolare: e come poteva essere altrimenti?

Ci consideravamo dei privilegiati a poter godere quotidianamente di quel mezzo di trasporto: i sedili in tinta con le carrozze, e le carrozze di un colore tra il nocciola e il giallo ocra, ciascuna con capacità di 40 persone massimo. La partenza e l’arrivo erano sempre un po’ brusche, e bisognava stare attaccati alla mamma per non cadere. Ma indubbiamente la piazza era caratterizzata dal pullulare di attività commerciali, oggi quasi tutte scomparse. 
Appena fuori dalla funicolare c’era la stiratrice: d’estate la porta era naturalmente aperta, ed io temevo, passando di lì per andare in drogheria, in Via Porta Dipinta, che un giorno o l’altro la nuvola di vapore dei potenti ferri da stiro mi avrebbe avvolto e portato via per sempre! Il negozio era leggermente rialzato rispetto al livello della strada, e il dislivello non faceva che accrescere la solennità della bottega.
Il protagonista della piazza era però senza dubbio il carretto del fruttivendolo: tutti i giorni arrivava con mele, insalate o angurie, a seconda della stagione, scendendo dalla Via Rocca, e chissà che ogni tanto qualche frutto non gli sia rotolato giù per la Via Porta Dipinta! Il fruttivendolo si posizionava proprio sotto il porticato, e lì attendeva i clienti, che certamente non mancavano, nonostante la vicinanza della concorrenza. 
Dietro al fruttivendolo altre due attvità: il salumiere e il bar. La salumeria mi sembrava di proporzioni gigantesche: a parte il banco dove si acquistavano salumi e formaggi, si poteva poi girovagare tra bottiglie di spuma e pomodoro in scatola, magari in attesa del proprio turno. Quella zona del negozio era piuttosto buia, anche di giorno, e i vari generi alimentari impilati non contribuivano certo a rischiarare il locale. Poi c’era il bar, minuscolo, gestito da una coppia: ricordo soprattutto la macchinetta del gelato, dove si potevano scegliere tre gusti, panna, cioccolato, oppure panna e cioccolato misto: una grande varietà, non c’è che dire! La P. faceva scendere il gelato reggendo il cono e ruotando la mano in modo che il gelato formasse le onde, e il tutto terminava a piramide con un ricciolino che ricadeva all’ingiù: ma sarei riuscita ad arrivare fino a casa senza farlo sciogliere?